La ginnastica ritmica è una disciplina olimpica dal 1984 e proprio da allora è molto seguita anche dai media consentendo a ogni federazione il triplicare dei tesseramenti in pochi anni.
Il Boom della Ritmica in Italia lo si deve anche ai brillanti risultati delle Farfalle Azzurre alle Olimpiadi di Atene, tra gli altri, che, dopo aver vinto nel quadriennio precedente innumerevoli medaglie nei grandi appuntamenti internazionali, portarono a casa un magnifico argento.
Fune, cerchio, palla, clavette e nastro sono gli attrezzi della ginnastica ritmica.
Gli attrezzi, che le atlete portano sempre in borsa, diventano un prolungamento di sé. Ciascuna ginnasta ha i propri, personali, intimi come fossero sorelle. A volte faticano anche a prestarli alle compagne, perché sono tutte un po’ gelose dei loro attrezzi. Gli attrezzi hanno bisogno di cure e abbellimenti ma quando scappano e scivolano sono fonte di enorme frustrazione.
Ma cosa si impara praticando la Ritmica?
Le bimbe che si approcciano a questo sport imparano inizialmente a giocare con attrezzi quali il cerchio e la palla, Successivamente imparano le basi a corpo libero: ruote, spaccate, ponte, salti, giri, capriole.
Fanno brevi sequenze a ritmo di musica, passi di danza e semplici maneggi con l’attrezzo. Poi chi ha i numeri prosegue nei corsi avanzati e agonistici e da lì si inizia un percorso più strutturato e più appassionante.
La complessità di questo sport si vede dalla fisicità che sviluppano le atlete che lo praticano: entrano in pedana con una palla o un nastro e sono bellissime, eleganti, toniche, scattanti, potenti ed espressive.
S’ impara sin da piccole ad essere delle atlete complete: si allungano le fasce muscolari stimolando la scioltezza di arti inferiori e schiena compensando sempre con esercizi che rinforzano il “core”, che potenziano e accrescono la muscolatura per poter effettuare salti ed equilibri alla perfezione.
Poi c’è tutto un peculiare e costante lavoro di coordinazione con l’attrezzo: lanci, riprese, abbandoni, rotolamenti, giri, prilli, spirali, movimenti a otto, salti, saltelli, attraversamenti.
Infine, il lavoro più bello e artistico: quello sulla musica, sul ritmo, sull’espressività, sullo stile di ogni brano e sull’interpretazione personale
L’esercizio in pedana rende unica una ginnasta: è lei che racconta la sua storia!
Ogni performance ha un proprio carattere, un proprio stile, una forza , una storia dell’atleta che racconta sulla pedana con una intensità particolare che riesce ad esprimere solo lei. E’ quell’emozione che si percepisce quando si va a vedere un concerto dal vivo o uno spettacolo a teatro!
Il racconto della ginnasta lo si percepisce da vicino, a bordo pedana, col calore del pubblico.
Ma una bimba che approccia alla ginnastica ritmica impara anche molto di più del mero esercizio del corpo: impara a crescere. Una ginnasta impara ad organizzarsi a essere puntuale e costante. Sin da piccola sa strutturare lo studio per dedicare il tempo libero alla palestra; sa gestire le trasferte, farsi una valigia, sistemarsi un cassetto in albergo, tenere in ordine le proprie cose, sa gestire il proprio allenamento scandendo tempi e ritmi, sa già dare importanza ad alcune scelte, sa fare squadra e dare il meglio di sé per un risultato comune, imparando a divertirsi senza dimenticare gli obiettivi.
La parte più dura è quando c’è da tollerare le sconfitte, dominare l’ansia, sopportare una lunga preparazione fisica, o quando, durante il cammino, si perde una compagna di squadra: sono momenti di sconforto in cui la squadra deve trovare la forza di continuare un lavoro iniziato che bisogna in qualche modo dirottare su altra via senza fermarsi.
A che età è meglio iniziare?
Più si è piccoli meglio è! Il nostro è uno sport in cui a 8 anni devi essere pronta a gareggiare, devi essere ginnasta al 100%. Spesso scherzando dico, che nella ginnastica ritmica a 8 anni sei maggiorenne! Ma solo se si è avuto il tempo di fare un percorso curato e personalizzato a 8 anni si può essere in grado di fare quello che la Federazione richiede. [Eppure ci sono state ginnaste importanti che hanno messo piede in palestra da adolescenti e poi hanno fatto le Olimpiadi!]
Ad ogni modo, la Ginnastica Ritmica non è solo uno sport: la devi amare, deve essere la tua compagna di vita, la tua bussola altrimenti è troppo faticosa. I sacrifici sono moltissimi sia per le atlete che per la famiglia che deve essere parte di questo progetto e sempre pronta a condividere e accettare le scelte della ginnasta e della società. Se si è pronti a dare tutto a questo sport si sarà ripagati. Ed è proprio quando arriva la ricompensa sudata e desiderata che sarà quello il momento, indimenticabile e indelebile, che ogni atleta si porterà nel cuore per tutta la vita.
La ginnastica ritmica insegna a desiderare e a lavorare per il proprio sogno.
Veronica Porro è Direttrice Tecnica della Gymnasium’97, ex atleta di serie A e allenatrice di molte punte di diamante della ginnastica ritmica italiana. Oltre alla passione per lo sport coltiva quella della scrittura. Creativa ma pacata. Gentile ma curiosa. Se la nostra società sportiva ha una personalità è indubbiamente la sua!