Da una piccola città di Israele al palcoscenico globale, Linoy Ashram ha catturato il cuore di milioni di persone con le sue maestose esibizioni di ginnastica ritmica. Ma dietro le medaglie e i successi abbaglianti, si cela una storia di perseveranza, disciplina e sacrificio. Oggi, in un’esclusiva intervista, ho avuto il privilegio di sedermi con Linoy, ammirare il suo sorriso e conoscere la persona che è diventata oltre le sfide per diventare olimpionica.
Nel corso degli anni, Ashram ha lavorato instancabilmente per affinare le sue capacità e perfezionare i suoi esericizi. Il suo duro lavoro è stato ripagato fin da quando ha vinto la sua prima medaglia d’oro ai Giochi Olimpici Giovanili del 2014 a Nanchino, in Cina.
Uno dei risultati più importanti di Ashram fino ad oggi è stata la sua esibizione alle Olimpiadi di Tokyo del 2020. Nonostante le sfide poste dalla pandemia, Ashram è riuscita a offrire una serie di prestazioni mozzafiato che le sono valse il primo posto nell’all around. Questo successo l’ha consacrata a essere la prima atleta donna a vincere l’oro olimpico nella storia di Israele e la prima la prima ginnasta ritmica non russa dal 1996, medaglia d’oro olimpica nell’individuale.
Oltre le sfide per diventare Olimpionica
Ma il successo di Ashram va ben oltre le Olimpiadi. Nel corso degli anni ha vinto numerose medaglie in competizioni internazionali, tra cui Coppe del Mondo e Campionati Europei. È nota per la sua grazia, flessibilità e precisione tecnica, nonché per la sua capacità fuori dalle pedane di essere un’ispirazione per tutte le ginnaste. Nel 2019 è stata nominata ambasciatrice del programma “Sport per lo sviluppo e la pace” delle Nazioni Unite, che utilizza lo sport come strumento per promuovere l’inclusione sociale, l’uguaglianza di genere e lo sviluppo sostenibile. Ed è anche questa la ragione per cui, come ho detto a lei stessa, vorrei che dalla nostra chiacchierata potessimo conoscere meglio la Linoy persona.
L’intervista a Linoy Ashram
In meno di 5 anni hai ottenuto 24 medaglie d’oro, 32 d’argento e 30 di bronzo, migliorandoti continuamente fino all’oro olimpico per cui detieni il primato tra le atlete israeliane. Come si fa a gestire una sequenza di tali successi e il lavoro che sta dietro di essi con la vita personale?
Quando ero una ginnasta non pensavo ad altro che la ginnastica. La mia vita personale era la ginnastica ritmica: pensavo solo agli allenamenti, alle gare e a quello che avevo bisogno di fare per raggiungere l’obiettivo che mi ero preposta. Volevo solo fare del mio meglio per quello.
Hai iniziato a praticare questo sport quando avevi all’incirca sei anni. Alquanto inusuale per una campionessa…
Sì, di solito si inizia prima.
Pensi che la tua prima allenatrice abbia influito sui traguardi raggiunti durante la tua carriera agonistica?
No. Quando ero una bambina, nei primi tempi da ginnasta, avevo un’allenatrice che non credeva molto in me perché non corrispondevo ai canoni tradizionali della ginnastica: non ero come le mie compagne russe, non sembravo flessibile e non rientravo nello standard della ginnastica. Quindi lei non pensava che potessi diventare un’atleta di successo.
E si sbagliava di grosso! Poi hai cambiato allenatrici: com’era il tuo rapporto con loro?
La migliore connessione l’ho avuta con Ayelet [Ayelet Zussman, n.d.r.]. Con lei ho sempre voluto lavorare perché mi capisce. Lei non è russa, esattamente come me e, specialmente, lei mi diceva sempre che le ricordavo com’era lei da ginnasta che le assomigliavo molto.
E invece con l’allenatrice precedente? Non avevi la stessa connessione?
All’inizio non la capivo perché lei era di una Repubblica ex sovietica e parlava quasi esclusivamente in russo. La comunicazione era un problema perché la maggior parte delle ginnaste con cui mi allenavo erano di madrelingua russa e non potevo esprimermi come avrei voluto. È stato difficile ma poi ho detto a me stessa che semplicemente dovevo imparare e lentamente ho persino iniziato a parlare un po’ di russo.
E con le tue compagne di squadra? Com’era la relazione con loro?
Quando ero più giovane vedevo che loro erano migliori di me, che avevano tutte quelle caratteristiche che la ritmica richiede e per questo ero un po’ isolata. Ma non ho mai dato peso a questa cosa perché ero troppo concentrata a impegnarmi per dimostrare a tutti che potevo fare più di quello che pensassero.
E lo hai dimostrato, direi!
La skill che porta il tuo nome è una rotazione sul pavimento agganciata indietro (nel gergo una sorta di “girarrosto” n.d.r.), noto come “Ashram”. Mi chiedo: come nasce una nuova skill? Che accade? È studiata o solo accidentale?
[Linoy Ride] Non lo so! Mi dissero semplicemente aggancia la gamba sul pavimento e fa’ qualcosa… Avevo qualcosa di simile nel mio esercizio ma volevamo renderlo diverso. Così, anziché ruotare di lato, iniziai a girare e andava bene!
Qualcosa di veramente creativo!
Sì, vero. Ma tutto quello che facevo nei miei esercizi è capitato un po’ per caso. Ayelet mi diceva semplicemente “prova”. Per questo ho molti elementi originali nelle mie routine.
Qual è stato il brano che ti è piaciuto di più tra quelli che ti hanno portato una medaglia?
[Tracce musicali delle routine più importanti]
Non so dirti quale sia il mio preferito. Li ho amati tutti ma forse il più emozionante per me è stato quello della palla, nel 2018 (Oro a Guadalajara, n.d.r.) Encore Un Soir di Celine Dion. Ricordo che all’inizio non volevo questa canzone perché non la sentivo mia e lo dissi a Ayelet. Le dissi che non avrei potuto esprimermi con questa canzone e ne parlammo un po’. Dopo l’allenamento, poi, alle nove di sera, Ayelet fece partire la traccia, mi fece sedere e lei iniziò a danzare in pedana. Iniziai a piangere, fu bellissimo e cambiai idea.
Che bellissimo aneddoto, Linoy! Grazie per averlo condiviso con noi: evidenzia la splendida connessione che hai con Ayelet.
Ma ora vorrei che le nostre atlete ti conoscano meglio come persona, perciò ti chiedo: se dovessi scegliere tra andare al mare o in montagna dopo un periodo di lavoro molto intenso per staccare la spina, cosa preferiresti?
Penso che sceglierei sempre una spiaggia per rilassarmi ma anche per scappare ed essere libera dagli impegni. Ho sempre amato le spiagge.
Molte delle ragazze che si ispirano a te sono adolescenti e amano le serie TV. Qual è l’ultima serie che hai guardato?
Non è proprio l’ultima ma quella che non vedo l’ora che ricominci è Manifest. Avvincente! Ma in Israele siamo solo alla stagione 4. Non vedo l’ora che esca la prossima!
Matematica, Scienze o Letteratura: quale tra queste era la tua materia preferita a scuola?
Io sono una persona molto realistica e un’osservatrice della meccanica del corpo umano, affascinata dalla chimica e dall’anatomia… quindi direi scienze!
Infine, c’è un piatto italiano che hai assaggiato qui e ti è piaciuto particolarmente?
Mi sono piaciuti molto i ravioli!
Faccio un passo indietro sulla tua vita da atleta olimpionica. Essendo stata la prima ginnasta ritmica non russa dal 1996 a diventare medaglia d’oro olimpica nell’individuale all around, alcuni politici e atleti russi hanno avuto difficoltà ad accettare la tua vittoria e hanno fatto riferimento a un “arbitraggio ingiusto” a favore di Israele (il ricorso è stato invece respinto dall’organo di governo internazionale). Come è stata la tua reazione emotiva e quali i tuoi sentimenti di fronte a queste accuse?
Aspetta. Devo cercare le parole in inglese … Non ho concentrato molto la mia attenzione su questo. Non ho badato a quello che dicevano anche i tifosi della Russia. Ho ricevuto moltissimi messaggi sui miei profili social che dicevano che non meritavo io la medaglia, che la medaglia avrebbe dovuto essere russa e molto altro. Io ho semplicemente cancellato i messaggi e deciso di non dare peso a questi commenti perché di fatto i miei punteggi erano chiari. Inoltre, so di aver lavorato molto duramente per i miei traguardi anche se io non mi aspettavo affatto una medaglia olimpica.
Ho preso parte alle Olimpiadi senza troppe aspettative sulla medaglia. Certamente ero spinta dal fatto di fare del mio meglio per godermi quello che era già un traguardo. E sapevo che se avessi fatto delle buone esecuzioni avrei potuto vincere una medaglia di bronzo o d’argento ma quella d’oro non era mai stata nella mia testa. Quindi, quando ho concluso le qualificazioni con un esercizio al cerchio che era andato veramente male con l’attrezzo finito fuori pedana, alla fine ho visto i punteggi e mi ero piazzata al terzo posto. Ho visto che mi mancavano due punti dal gradino più alto del podio e ho chiesto alla mia allenatrice “Se facessi un esercizio perfetto al cerchio, potrei vincere la medaglia d’oro?”. Lei mi disse di sì e io le risposi “Ok, domani lo farò”. Quella è stata la prima volta in cui ho pensato che avrei potuto vincere.
Ora che hai annunciato il ritiro, che progetti hai peri il futuro?
Voglio continuare a lavorare nello sport e per lo sport. Vorrei aprire una società e portarvi molte giovani atlete per trasmettere loro quello che so e che ho imparato e per far sì che raggiungano i propri successi. Lo spero, almeno!
Linoy ha, poi, commentato con grande ammirazione i risultati ottenuti dall’Italia nella ginnastica ritmica e ha lasciato un video-messaggio a tutte le atlete che praticano questo sport (lo trovate qui). Ci ha anche parlato dei suoi desideri per il futuro, della sua partecipazione a “Il cantante mascherato” (abbiamo scoperto che canta benissimo!) in Israele e di una serie di progetti legati al mondo dello sport e dello spettacolo.
Il ritiro di Linoy Ashram, una delle più grandi ginnaste ritmiche del mondo, solo 8 mesi dopo aver coronato il sogno olimpico, lascia sicuramente un vuoto nel mondo dello sport. La sua dedizione, la sua abilità e la sua grinta hanno ispirato molte giovani atlete e appassionate di sport in tutto il mondo. Tuttavia, il suo allontanamento dalle competizioni non segna la fine della sua influenza positiva. Il suo esempio, infatti, continuerà ad ispirare e motivare le ginnaste del futuro grazie alla sua nascente attività di allenatrice. Per ora lavora fianco a fianco alla sua storica allenatrice Ayelet Zussman con la squadra e le individualiste della nazionale, come in una storia di passione, sudore e successi da tramandare di generazione in generazione.
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Umanista Digitale | Social Media Expert | Linguista
Mi occupo di tematiche di genere e comunicazione all’Università degli Studi dell’Insubria. Sono fan di Gymnasium’97.