Mio marito e io siamo sempre state persone attive: lui triatleta e io con l’hobby della corsa. Ma quando 7 anni fa la ginnastica ritmica è entrata nella nostra vita non avrei mai immaginato quanto lo sport avrebbe invaso la nostra quotidianità. Perciò fermati a leggere, mamma di futura ginnasta, perché adesso ti dirò tutto quello che devi sapere.
Il giorno in cui mia figlia mi disse che le sarebbe piaciuto fare ginnastica ritmica pensai –Bene! Praticherà uno sport sano e sicuro dove non si corre il rischio di correre sotto la pioggia in pieno inverno o di prendere una gomitata sul naso dal giocatore della squadra avversaria. Noi non saremo impegnati tutti i weekend per le partite e lei potrà godersi anche un po’ di tempo con la famiglia e i giochi–
Il primo anno è stato così: allenamento due volte a settimana, due saggi all’anno e tre mesi di ferie. Sembrava tutto paradisiaco: noi a guardare la nostra piccolina volteggiare goffamente in pedana facendole un servizio fotografico degno di Alessia Maurelli alle Olimpiadi, lei con il suo zainetto mignon contenente solo una bottiglietta d’acqua e un paio di calze e gli altri genitori con cui chiacchierare tranquillamente dopo il lavoro e prendere il caffè al bar della palestra.
Poi Bimba è diventata più esperta, più brava, più grande e più appassionata e, in men che non si dica, mi sono ritrovata non più solamente sua madre ma mamma di ginnasta.
Cosa cambia? Tutto: i ritmi, l’organizzazione, le ansie, le abitudini ma,soprattutto, il modo in cui si vive la quotidianità. Eccoti un elenco di 8 cose che devi sapere e che non sono più le stesse quando diventi la mamma di una ginnasta.
1-L’armadietto delle medicine
Prima di diventare mamma di ginnasta, il mio armadietto delle medicine era in bagno: un piccolo spazio con due scatole di antipiretici/antiinfiammatori, una pomata antibiotica per le piccole ferite, del disinfettante e dei piccoli cerotti. Adesso non abbiamo più un armadietto delle medicine, ma vari ripiani pieni di: ghiaccio spray, ghiaccio istantaneo, borsa del ghiaccio, 3 tipi di arnica, cerotti, cerotti resistenti all’acqua, cerotti scaldanti, bende, fasce e tutori, prodotti per le vesciche, soluzioni cutanee. Tutti questi prodotti sono stati usati almeno una volta.
2-La musica
Hai presente quando sei al supermercato e c’è la musica in sottofondo? Se non è assordante, come spesso accade, ti piace, la fischietti e pensi semplicemente se è di tuo gusto oppure no. Quando sei con la tua ginnasta la musica non è più semplice musica ma è tutta potenziale musica da esercizio e quindi in qualunque posto ci si trovi, in spiaggia, al museo, in una piazza, lei ti guarda e dice -Bella questa canzone, sai cosa ci vedo? Un esercizio con il nastro- Si toglie la sciarpa e si lancia in una performance acrobatica di fronte al Castello Sforzesco con i simpaticissimi piccioni che le svolazzano tra i capelli e tu che cerchi in borsa le salviette igienizzanti in cui la vorresti avvolgere dopo.
3-Il soggiorno-palestra
L’ispirazione ginnica, come dicevo più su, avviene ovunque. Prima del lock-down per il Covid, la mia ginnasta aveva spesso dei raptus da spaccate sospese sui divani di casa. Tuttavia, dall’avvento dell’allenamento digitale il tappeto ginnico è stato istituzionalmente collocato in soggiorno pronto per essere aperto in ogni momento utile. E con esso ci ritroviamo anche fune, palla e cerchio. Le clavette, no: sono state bandite da quando ha quasi ucciso il cane con una presa sbagliata.
4-Lo shopping
Da quando siamo nel tunnel delle competizioni il mio shopping è cambiato. Avevo una passione per borse non proprio a buon mercato ma ho dovuto adeguare il mio budget in favore dei body da gara. Sono bellissimi, delle opere d’arte ma quanto costano! Non immagini il lavoro che c’è dietro: la cura, la creatività e la pazienza per incollare e cucire uno per uno quegli strass secondo un disegno ben preciso.
5-L’automobile-spogliatoio
La palestra è a 20-30 minuti di viaggio da casa, quindi se a scuola c’è il tempo pieno la mia macchina è uno spogliatoio su ruote. Parcheggio in doppia fila, lei salta sul sedile posteriore lanciando lo zaino nel portabagagli e poi si cambia in perfetto stile Dirty Dancing. Alcuni giorni facciamo anche i compiti, la merenda, la cena e quasi ci dispiace dover rientrare in casa per dormire la notte.
6-Le forcine
Non c’è luogo interno o esterno alla nostra abitazione dove io non trovi forcine, retine ed elastici per capelli: in lavatrice, in auto, nella mia borsa, sul divano, tra i cuscini del divano, nella cuccia del cane [masticati], tra le coperte, sui tappeti e persino nel vaso del basilico in giardino. Credo che con tutto il metallo recuperato dalla dispersione di forcine potrei farci la serranda nuova del box.
7-La respirazione
Tra allenamenti, scuola, lavoro e riunioni di ogni ordine e grado, la giornata della mamma di una ginnasta è sempre al cardiopalmo. Le parole più pronunciate a casa mia sono -Sbrigati che siamo in ritardo!- Ovviamente anche il fiato ne risente: si è sempre di corsa! Ma la cosa peggiora notevolmente durante una gara perché alla mamma di una ginnasta la respirazione non è consentita. Specialmente quando sua figlia è in pedana e
lancia la palla fa un giro – una ruota – un enjambe – due spaccate – otto piroette – 15 equilibri – una partita a scacchi usando gli alluci e poi la deve riprendere tra le ginocchia – sulla nuca – con un piede solo – senza mani – senza piedi e senza ginnasta.
La verità è che sicuramente il lancio dura un decimo di secondo ma tu che la guardi, che le hai massaggiato la schiena, che le hai incerottato le dita, che hai fatto un mutuo per pagare il fisioterapista, lo percepisci come se fossi Sandra Bullock in Speed. Il brutto [ma anche il bello] è che conservi quest’ansia anche per tutte le altre ginnaste in gara.
8-Gli amici e i parenti pensano che tu sia pazza
Accade che per gli impegni sportivi di mia figlia sia costretta a rinunciare a week-end e vita sociale.
Parenti e amici spesso non capiscono perché la ginnastica sia una parte così importante della nostra vita!
Insomma, è costosa, richiede tempo e impegno costanti, una buona dose di tolleranza per dei protocolli d’allenamento spesso rigidi e notevoli abilità consolatorie nelle delusioni. Ma la fiammella verde e sempre viva negli occhi di chi la pratica e le emozioni che proviamo noi genitori nel vedere queste atlete così appassionate e forti non ha prezzo. E credo che questo valga per tutti i genitori di ragazzi che praticano sport.
Facciamo qualche capriola anche noi, certo! Ma è il solo modo che abbiamo per guardare il mondo dalla loro prospettiva. Non è poi così male, no?
Umanista Digitale | Social Media Expert | Linguista
Mi occupo di tematiche di genere e comunicazione all’Università degli Studi dell’Insubria. Sono fan di Gymnasium’97.